L’emergenza sanitaria del Coronavirus anticipa la rivoluzione digitale, agevola il cambiamento del paradigma economico e sociale, stravolge le modalità dei consumi. Se i commercianti devono trovare nuovi canali di distribuzione per aumentare i consumi, rispettando le misure del contenimento del contagio, diventa necessario pensare a un nuovo modo di vendere i propri prodotti. Il digitale riesce a trovare risposte adeguate alle esigenze dei commercianti, evita di subire perdite economiche, cambia l’organizzazione imprenditoriale.

La App Homazon con la funzione di geolocalizzazione è stata reimpostata per la ricerca di quei negozi che possono consegnare a domicilio, ma non riescono a comunicare il loro servizio al pubblico. La App, oltre a essere gratuita, conferisce la possibilità a tutti i negozi di quartiere di avere una scheda della propria attività completa con foto, orari descrizioni. Non solo. C’è anche la possibilità di avere il proprio e-commerce con vetrina, carrello, prodotti illimitati, senza tralasciare un circuito di pagamento online fornito dalla App. Tutto gratuito, si paga solo 1 euro per ogni transazione.

Per comprendere meglio le funzionalità della App ed evidenziare il valore aggiunto del digitale nell’economia, solleviamo una riflessione con Paolo Cerra, fondatore di kaiHRos, attività specializzata nella creazione di portali web e app; ideatore e cofondatore di SkillsJobs, portale web per la ricerca di lavoro e agenzia di intermediazione al lavoro con Autorizzazione Ministeriale, ideatore e cofondatore di Homazon, consulente per innovazione digitale, di prodotto e di processo per l’impresa.

Secondo lei un ecommerce come può rispondere adeguatamente alle esigenze della popolazione, specialmente in questo momento storico dovuto principalmente all’emergenza sanitaria del Coronavirus?

«Secondo me, da solo, un e-commerce non può rispondere ad una emergenza del genere. Vero anche che un’emergenza di queste proporzioni può essere lo spunto di partenza per fare tutti un passo in avanti nel mondo digitale. Come abbiamo potuto constatare, in tutti i settori si è portata innovazione di processi o di tecnologie, le aziende stesse hanno avuto modo di convertire le proprie produzioni per poter rimanere sul mercato. È un processo che normalmente impiega anni per avvenire mentre in pochi mesi ci siamo trovati ad affrontare nuove sfide più o meno vinte. Dicevo che da solo un e-commerce “non fa primavera” ma, se abbinato ad un processo di informazione ed istruzione al digitale, può essere la salvezza di molte attività che oggi sono in difficoltà».

La vostra App come coinvolge la filiera dei consumi?

«Quante volte si è sentito dire “aiutiamo i negozi di quartiere o di prossimità oppure km 0”, ma le persone scelgono costantemente il centro commerciale perché trovano tutto. Dall’altra parte scopriamo negozi che non hanno nemmeno una pagina Facebook o la scheda Google My Business; vorrebbero avvicinarsi al mondo web ma per la poca conoscenza o per le difficoltà e la diffidenza non sono propensi ad investire nel digitale perché (soprattutto le attività storiche) hanno sempre avuto clienti tirando su la serranda. Ecco, in molti casi non funziona più così e quando se ne accorgono la situazione può essere già irreversibile. Per questo motivo abbiamo deciso di aiutare i commercianti, gli ambulanti e gli stabilimenti balneari (che possono consegnare sotto l’ombrellone cibo e bevande come in città le pizzerie consegnano pizza e altro), aprendo per ognuno che lo chiede una scheda gratuita con tutti i loro dati, l’attivazione del menu per poter consegnare a domicilio, il servizio di prenotazione tavolo (nel caso anche il menu) con pagamenti contactless. Attraverso un codice qr potremmo visualizzare il menu del ristorante a domicilio o all’interno del locale, diminuendo drasticamente i contatti con le superfici. I cittadini potrebbero vedere all’interno dell’app geolocalizzata tutti i negozi che effettuano consegne a domicilio e i vari menu, prodotti o servizi offerti a km 0».

Dal suo osservatorio, quale percentuale di negozi può lavorare con l’ausilio di una App?

«Il nostro servizio è pensato per poter digitalizzare qualsiasi attività commerciale su strada e non perché qualsiasi attività può trarne solo benefici, non sostituendo l’attività fisica ma affiancandola. Quindi il 100% delle attività può ricavare benefici basta affrontare il cambiamento con professionisti del settore e tenendo conto di un dettaglio: non sempre un servizio gratuito vale poco, al contrario uno costoso è migliore. Bisogna saper trovare l’occasione giusta e noi in questo momento stiamo dando il nostro servizio gratuito fino a fine anno. L’anno prossimo vedremo. A breve presenteremo una App per la gestione del fitness ovunque le persone si trovino e molte altre app, sempre gratuite proprio per incentivare le aziende e gli utenti ad uscire dalla comfort zone ed entrare nel futuro del commercio, o almeno speriamo di farlo».

Il XXI secolo sarà contraddistinto da una lievitazione degli scambi commerciali mediante il digitale?

«Il fiorire di piattaforme digitali simili alla nostra sicuramente agevolerà questo fenomeno di aumento di scambi commerciali ed evidentemente cresceranno anche i servizi dell’indotto come consegne, imballaggi, assicurazioni, pagamenti elettronici e web marketing. Noi che oltre ad homazon gestiamo anche un portale per la ricerca di lavoro abbiamo notato un aumento delle ricerche di risorse umane proprio in questi settori».

Francesco Fravolini