Quando pensiamo alla ricerca di lavoro uno dei sentimenti prevalenti è sicuramente “l’angoscia di non essere valutati in maniera trasparente”. Questa percezione è basata su una visione tendenzialmente veritiera del mercato italiano.

Sfide del mercato italiano del lavoro ai tempi del coronavirus

In tempi di coronavirus vediamo come il digitale stia iniziando realmente a prendere piede nella cultura italiana. Sono moltissime le persone che si stanno affacciando all’apprendimento online (e-learning) e il lavoro a distanza (smart working o remote working).

La discriminazione nel lavoro è un problema culturale legato all’adozione di vecchi modelli, che stanno venendo lentamente meno anche da noi per via delle evoluzioni del mercato, solo accentuate dal Cov19.

Non importa la categoria a cui appartieni, potenzialmente siamo tutti esposti perché le logiche nella scelta del personale da parte di alcune classi dirigenti sono basati su modelli discriminatori e anti-economici. Puoi essere discriminato per il tuo sesso, età, orientamento sessuale, residenza, stato di salute e così via. Lo posso argomentare con i dati questo pensiero e in realtà l’ho già fatto ampiamente in molti articoli precedenti e post (quiqui e qui).

Riflessione su tecnologia ed etica

Un giorno scambiai su Linkedin delle battute con Pasquale Aiello, che era tornato dall’estero a Napoli. Vista la coincidenza volemmo incontrarci di persona per un caffè e ci scambiammo di idee e riflessioni sul mercato e la tecnologia creando un rapporto tra due italiani di diverse generazioni.

La vera sfida non era solo produrre tecnologia avanzata, ma usarla per risolvere i problemi etici del mercato. Quell’ibridazione dei saperi che unendosi creano qualcosa di nuovo.

Ebbi da subito l’entusiasmo e voglia matta di mettermi in gioco e salire anche io in questa sua folle avventura pionieristica. In un contesto che possiamo definire a tutti gli effetti rivoluzionario, come quello dell’Industria 4.0, abbiamo bisogno di sperimentatori e sognatori che riescano a guardare il mondo con lenti diverse. Oggi più che mai chiuso in casa per la quarantena, a questo punto europea, sento la necessità di portare avanti quel discorso.

Con Pasquale ho maturato il concetto di etica e business, come un’unica entità possibile. Il mercato premia la qualità e chi risolve i problemi delle persone migliorando la qualità della vita. In pratica il mercato premia l’amore per gli altri e la volontà di fare la differenza eticamente.

Nuovo Umanesimo: la tecnologia per risolvere problemi concreti

La tecnologia è sempre più presente nella nostra quotidianità (basta vedere il numero di ore connessi) e diventerà sempre più un bene interno alle persone e alle aziende, necessario come l’acqua potabile.

Una sorta di ripresentazione di quell’eleganza illuministica di chi con la Scienza voleva debellare il male e l’ignoranza tramite i lumi della ragione. Il voler alimentare quel senso di libertà, uguaglianza e fratellanza che tanto mi sembrava avessimo perduto nel 900.

La tecnologia che già abbiamo a disposizione ci può permettere di risolvere moltissimi problemi della nostra società. L’intelligenza artificiale è una sfida da cogliere per migliorare la nostra quotidianità e tessuto socio-economico.

Tuttavia l’innovazione non la dobbiamo subire, ma trainare con i valori etici. Qui si apre la sfida vera. Riuscire a pensare ad un’economia umanista, con le persone al centro di tutto. Il mercato lo premia. Siamo la patria dell’Umanesimo, dimostriamolo abbracciando le rivoluzioni tecnologiche in atto con quello spirito dei grandi uomini che ci hanno preceduto e hanno reso onore alla nostra cultura secolare.

Ottimismo, umanesimo e tecnologia.

Il Paese e il tessuto industriale e culturale deve riaprirsi al mondo per superare quelle crisi sistematiche affliggono le nostre aziende e risorse umane.

L’Italia è in crisi economica da 1600, non è mai uscita da quella spirale. Il motivo è che abbiamo smesso di aprirci al mondo e confrontarci con esso. Il coronavirus ripenserà gli assetti economici di molti Paesi, portandoli alla realtà dei fatti. I nostri storici problemi sono esplosi: debito, produttività, spread, carcere, sistema sanitario e scolastico vecchi ecc.

Questa fase storica di pandemia ha solo velocizzato ed ampliato problemi già noti e mai realmente affrontati.

Abbiamo infatti reiterato all’infinito modelli vecchi e auto-referenziali culturalmente e industrialmente, tranne piccole fasi storiche irrilevanti se guardiamo un arco di tempo pluri-secolare. Oggi la tecnologia ci permette di riattivare quella connessione con il Mondo, i pensieri degli altri e le loro idee più sublimi possono arrivarci ed ispirarci, le best practice in pratica.

Questo è un anno speciale perché inizia una nuova decade, siamo in un nuovo decennio quello degli anni 20 del 2000. Simbolicamente è interessante, poterci vedere un punto di nuovo inizio nell’interpretare la rivoluzione industriale.

Invito ad un uso consapevole e curioso della tecnologia

Nei miei ultimi mesi ho avuto modo di confrontarmi con tanti professionisti ed ho visto lanciare nell’ENTDI sistemi di blockchain, per la lotta alla discriminazione in cui tarare la propria privacy. Ho visto anche nascere le piattaforme di e-learning e smart learning (HRevolution) per aiutare studenti e professionisti a studiare e lavorare in modo moderno, anche in tempi di quarantena. Quell’etica e business che danzano insieme armoniosamente ho avuto il piacere di osservarle estasiato. La tecnologia ha tantissimi vantaggi e può renderci una società migliore, va tuttavia diffuso un’educazione digitale e diffusa responsabilizzando tutti gli utenti.

Poesia e programmazione: sperimentazione

Anche io ho voluto dare un umile contributo di sperimentazione personale, infatti per questo ho deciso di condividere con voi un mio messaggio con i miei strumenti tecnologici e culturali combinati.

La poesia è come la programmazione, con un linguaggio puoi creare mondi che non esistono. Basta rispettare una sintassi e delle regole che l’Uomo stesso ha scelto e si è dato.

Ho deciso dunque di scrivere in questa occasione un componimento poetico in ottonari sciolti che affronti la mia interpretazione dell’Ente Nazionale della Trasformazione Digitale e Innovazione (qui su Linkedin) e la stessa tecnologia disruptive (traducibile forse come “rivoluzionaria”) Blockchain che il gruppo sta sviluppando.

Visivamente il risultato è una stringa di parole che si susseguono l’un l’altra, per i non addetti ai lavori ho voluto creare una stringa su una sola riga, per comodità di lettura della poesia stessa. Ho voluto dedicarmi un piccolo esperimento di ibridazione pura dei linguaggi scegliendo quelli che conosco: linguaggio poetico e linguaggio di programmazione Java. Sintassi e regole diverse che cercano di dialogare tra loro in armonia.

L’aspetto interessante è che il linguaggio java è anche uno dei linguaggi che viene utilizzato proprio per sviluppare la blockchain stessa. Quindi si viene a creare una poesia che parla di blockchain in un metodo di un programma che si usa per sviluppare l’oggetto stesso del componimento.

Qui i miei versi di codice e righe di Poesia:

 

“Sogno, programmo, compongo.”

“In un mondo irto d’amore”

“ricerco la mia espressione”

“contro discriminazione.”

“Un sistema più lucente”

“che d’onestà ci travolga.”

“Lavoro senza dolore”

“di non essere mai scelti:”

“per il colore del viso,”

“per le rughe sul tuo viso,”

“per le non rughe sul volto,”

“per la prole che minaccia,”

“perché forestieri e nudi”

“davati la prepotenza”

“che danneggia imprese e Paese.”

“Come Patroclo, eroe greco,”

“con un pio slancio d’amore”

“affronterò la battaglia,”

“mettendomi in discussione.”

“Blockchain sarà l’armatura”

“per vincere le resistenze”

“dei reazionari troiani”

“che dell’innovazione soave”

“sono oppositori folli.”

“Chi sono i troiani oggi?”

 “Chi abbraccia rivoluzioni”

“secondo etica e passione”

“per plasmare questo Mondo”

“secondo linee più giuste?”

“L’industria sta cambiando,”

“la Terra ha nuove sfide.”

Credo che l’arte dovrebbe salire sul nuovo treno del progresso e sperimentare nuovi modi di comunicare per fare quello che ha sempre fatto: comunicare emozioni e simboli. Bisogna ripensare l’arte ibridandola con la tecnologia e portando avanti nuove avanguardie artistiche. In un mondo dove cambia tutto, l’arte può essere motore di questo cambiamento secondo etica. Oggi più che mai in un mondo che sembra caotico, c’è bisogno di un’arte che si impegni a diffondere valori etici per plasmare il mondo in una direzione più umana e sostenibile.