Noi dobbiamo anche capire bene che viviamo in una fase storica-economica particolare. In moltissimi casi si parla di rivoluzione industriale per definire quella che in Italia chiamiamo l’Industria 4.0. Un processo molto complesso ed ampio che riguarda tantissimi settori sia industriali sia della vita quotidiana.
Cosa sappiamo del nostro presente? Come possiamo definire la vita in Italia, In Europa e nel Mondo Occidentale in generale?
Qualità della vita italiana oggi rispetto al passato
Vivere nel 2020 è davvero bellissimo. Vivere non è mai stato così interessante. La qualità della vita è oggettivamente la migliore che abbia mai raggiunto l’essere umano in tutta la sua esistenza. Tutti i dati economici mostrano significativi miglioramenti negli indicatori. Essere italiani ci ha portato a scrivere una storia economica fatta di grandi successi a cui hanno partecipato tutti coloro che hanno donato le proprie energie alle nostre società e territori. Italiani e stranieri insieme hanno collaborato per rendere migliore la qualità della vita complessiva nello Stivale.
Un dato sintetico ma molto chiaro: In Italia La vita media degli uomini è di 80,8 anni, quella delle donne di 85,2 (ISTAT), nel 1861 era una trentina di Anni (Toniolo, Banca d’Italia ). Da quando abbiamo abbracciato l’innovazione e siamo italiani ed europei abbiamo quasi triplicato gli anni di vita di chi vive nel nostro territorio.
Ad oggi dunque quale la nuova sfida per iscrivere i nostri nomi nella storia economica italiana. Che sfide ci aspettano e noi come le possiamo affrontare e con che ruolo? Il ruolo è chiaro. Classi dirigenti rivoluzionarie ed industriali che interpretano il mondo con il loro business e una nuova etica che viene imposta dal mercato e l’innovazione stesso.
Infatti viviamo in una rivoluzione industriale a tutti gli effetti, che sta riscrivendo e ripensando il modo stesso in cui l’individuo occidentale pensa alla propria società. Per essere ancora grandi e contare qualcosa dobbiamo salire su questo nuovo treno del progresso. La rivoluzione 4.0 è una sfida che non tutti i Paesi stanno accettando, perfino i francesi tentennano sulla blockchain nelle Università.
Noi possiamo invece essere più lungimiranti e saggi e alimentare la grandezza del nostro Paese assumendoci la responsabilità e dunque il potere di diventare Innovation Manager che hanno fame di scrivere una storia economica degna dei nostri avi!
Ibridare i sapere e sperimentare, nuovo modo di fare business ed innovazione
Il segreto per pensare in grande e fare la differenza è sperimentare ed ibridare i saperi. Il mondo IT è uno strumento che deve essere messo al servizio dei problemi dell’azienda. Se lavori nel primario devi usare l’intelligenza artificiale per irrigare i campi.
L’IT a servizio del primario, un dialogo tra saperi umanistici e scientifici, pensati con l’uomo al centro. Quando l’Italia è riuscita a trovare questo equilibrio abbiamo creato l’Umanesimo. Roba non da poco, economicamente parlando. I valori bussola per un manager moderno oggi devono essere: studio dei dati, etica ed approccio umano-centrico, sperimentazione.
Da dove partiamo? Capire noi stessi ci fa capire come migliorarci e proseguire nella strada del miglioramento del tessuto economico e sociale italiano in cui agiamo.
In un contesto tecnologicamente arretrato come quello italiano la rivoluzione 4.0 farà nelle aziende (pmi in primis) “morti e feriti”, perché molte aziende hanno campicchiato e si negano all’innovazione. A chi si nega al cambiamento oltre a rischiare di chiudere si nega una grande opportunità di crescita.
Nel 2019 in Italia il mercato ICT vale “30 miliardi di euro, con un complessivo +0,7% rispetto al valore del mercato dello scorso anno. Le performance migliori? Riguardano il software (in crescita del 4,7% rispetto al 2017) e i servizi IT (che hanno fatto registrare un +1,4%); mentre un lieve calo si registra, in parte prevedibilmente, tanto per quanto riguarda l’hardware quanto per i servizi di telecomunicazioni (che hanno perso nel corso del 2018 rispettivamente l’1,4% e il 2,2%).” (qui).
Il bello però della tecnologia è che nonostante tu sia arretrato, se abbracci il cambiamento puoi usare l’ultima tecnologia. Abbiamo in Italia dei settori dell’old economy che hanno realmente bisogno di innovarsi e andare a migliorare sia i prodotti che i processi, per valorizzare il made in italy in modo moderno e competitivo. Questo già è avvenuto per alcune sacche di eccellenza (fashion, motor valley ecc.) però deve diventare un approccio più largo per tutto il Sistema-Paese. Il problema è spesso culturale, perchè superato lo scoglio iniziale dalle minacce si iniziano a configurare le opportunità.
Se non hai mai avuto un pc in vita tua e lo compri oggi, mica parti da windows 95? No ti predi una versione recente. In Africa alcuni Paesi hanno saltato la tecnologia de PC ed hanno adottato direttamente lo smartphone.
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