L’assenza di una modalità digitale con la quale consentire agli studenti di continuare le lezioni scolastiche dal proprio computer di casa suscita criticità e perplessità, perché si comprende in maniera più evidente l’importanza di progettare soluzioni adeguate per favorire la formazione a distanza. È una rivoluzione culturale della scuola come istituzione, che deve essere in grado di adeguarsi ai tempi poiché il digitale e la tecnologia sono parte integrante della cultura del XXI secolo. La formazione può avvenire mediante video lezioni, slide, grafici prodotti in modalità digitale e divulgati agli studenti attraverso l’infrastruttura del web, che consente di apprendere in maniera esaustiva con l’ausilio di test realizzati dagli stessi insegnanti e inviati agli studenti per comprendere il livello di apprendimento. Non ci sono limiti alla formazione a distanza che, per certi aspetti, è decisamente migliore se pensiamo alla concentrazione che devono avere gli studenti quando comunicano al docente mediante un computer. Le nuove sfide della cultura consentono di pensare a questa rivoluzione culturale che permette di migliorare gli standard di apprendimento, allargando la platea degli studenti, i quali possono seguire le lezioni in ogni luogo senza essere costretti alla presenza fisica in aula che spesso può diventare un’occasione di svago con gli altri studenti. Un’ulteriore riflessione è la straordinaria capacità della didattica a distanza di consentire lo spazio ludico ai ragazzi, soltanto quando è il momento adeguato per rilassarsi e socializzare con i compagni di scuola.
«La chiusura preventiva, o forse non troppo preventiva, delle istituzioni scolastiche ed universitarie voluta dal governo, per chi vive le numerose opportunità che vengono offerte al mondo della scuola, nel modificare la propria struttura formativa ed educativa, o quanto meno la propria forma mentis e modus operandi, può rappresentare – commenta Marco di Paolo, Responsabile DiCultHer nel Molise per l’ecosistema Scuole – un’ulteriore occasione concreta per rendere sistemici dei processi “episodici” che, di fatto, a conclusione dei propri iter, traguardano le cosiddette competenze di cittadinanza attiva, declinate in autonomia – responsabilità e “Titolarità Culturale”. L’utilizzo della realtà comunicativa e trasmissiva digitale, nel mondo dell’istruzione della formazione, per i più didattica a distanza, che in questa situazione emergenziale diventa “conditio sine qua non” e di cui se ne parla da circa vent’anni, non è la negazione delle attività in presenza o della cosiddetta “frontalità”, che caratterizzano lo “status quo” della scuola italiana; anzi, potenzia, per esempio, la stessa frontalità che oggi giorno assume un significato più conformante a quelle che sono le esigenze dei singoli e delle comunità, rendendo più partecipi gli studenti nella costruzione delle proprie conoscenze. L’impiego di piattaforme scolastiche digitali con i relativi tools, la produzione di oggetti didattici digitali condivisi e condivisibili, la fruizione di risorse didattiche e culturali presenti in rete, nonché la possibilità di avvalersi di un supporto costante dei docenti, quasi in un rapporto uno ad uno, oltre l’orario meramente scolastico, mediante video lezioni pre-registrate, senza tralasciare gli stessi strumenti di comunicazione sincrona ed asincrona, rappresentano l’ampliamento della dimensione educativa, formativa e soprattutto dello spazio fisico ed educativo della scuola. Come si evince dall’opera “Dall’aula all’ambiente di apprendimento” di Giovanni Biondi, Samuele Borri, Leonardo Tosi, lo spazio educativo non è rappresentato solo dalla scuola, ma anche dalla casa, dalla città, dalla natura; pertanto ne consegue che, lo spazio educativo, oltre ad essere spazio fisico, è anche spazio della comunicazione educativa. È del tutto evidente che questo concetto non potrà mai essere limitato agli spazi fisici deputati, ma si profila più ricco e multiforme in relazione ad una pluralità di situazioni, in cui si sviluppano processi di percezione, adattamento, apprendimento e crescita; ciò che avviene nell’uso consapevole dei contesti digitali. Ritengo che da questa situazione di drammaticità, a cui sì è dovuta adeguare senza rinunciare al proprio ruolo mediante l’opzione “didattica a distanza”, la scuola, ossia il sistema educativo e formativo italiano, possa risorgere più forte e competitivo proprio in termini di successo formativo e soprattutto di benessere».
Francesco Fravolini
Scrivi un commento